L’evoluzione storico-istituzionale della chiesa di Ospitaletto, trova un primo momento di compimento tra il XIV e il XV secolo, quando per un fenomeno più ampio che coinvolge l’intero territorio rurale lombardo, cappelle ed oratori si enucleano e si distinguono rispetto a chiese principali denominate pievi.

La chiesa di Ospitaletto in questo periodo assume maggiore autonomia rispetto alla pieve di Bornato e si struttura come territorio parrocchiale con una chiesa e con un prete stabile. Il parroco della chiesa inizialmente chiamato rettore, era proposto dal monastero di San Faustino che sulla chiesa di Ospitaletto deteneva il “diritto di patronato” o “giuspatronato”. Lo jus patronatus era un diritto concesso ad una famiglia nobile o a un entità religiosa (monastero) o ad una comunità di fedeli (patronato popolare o comunale) e consisteva nella facoltà di presentare un sacerdote a svolgere un determinato ufficio ecclesiastico. Inoltre il patrono si preoccupava di “dotare” il nuovo provvisto di una serie di beni mobili e immobili necessari al suo sostentamento e generalmente provvedeva anche alla manutenzione della chiesa o dell’altare oggetto del patronato.

Nel 1492, secondo quanto riporta mons. Paolo Guerrini, sacerdote e storico bresciano, il canonico della cattedrale Filippo Schilini commendatario del beneficio della chiesa di San Giacomo, lo cede al nuovo rettore don Angelo Caglio di Ospitaletto che viene considerato il primo parroco.

Nel 1532 come riportato dal catalogo dei benefici custodito presso la Biblioteca Queriniana di Brescia, la chiesa parrocchiale di San Giacomo hospitale ducis è tenuta dal sacerdote Franciscus de Monte claro nominato dall’abate di San Faustino Maggiore.

Nel Liber Iurium (registro cartaceo della seconda metà del 500 nel quale sono trascritte una serie di privilegi, suppliche, sentenze riguardanti la comunità di Ospitaletto) conservato nell’archivio della parrocchia, è interamente trascritto un instrumentum notarile datato 12 aprile 1553 relativo alla concessione da parte del vescovo di Brescia Durante Duranti del giuspatronato sull’antica chiesa parrocchiale alla nobile famiglia Aleni. La concessione del giuspatronato ad Agostino Aleni assicurava la trasmissione ereditaria del beneficio (ossia dei beni mobili e immobili legati alla chiesa e necessari anche al sostentamento del sacerdote) di cui era già in possesso il fratello Paolo dal 1533 e soprattutto il diritto di nomina dei parroci che avrebbero assunto in seguito la cura d’anime della parrocchia. In cambio il patrono si sarebbe impegnato nella riparazione della casa del sacerdote e della chiesa che, come riferisce l’instrumentum, si trovava in condizioni fatiscenti.

Paolo Aleni, di nobile famiglia originario di Bottenago in Valtenesi, un ramo della quale si era trasferito ad Ospitaletto, era dottore in iuris utriusque, cioè sia in diritto civile che canonico. Ebbe diversi incarichi ecclesiastici: già canonico della cattedrale di Brescia e parroco di Ospitaletto, accompagnò a Roma il vescovo di Brescia Andrea Corner; nel 1552 fu nominato vicario generale del vescovo di Verona Luigi Lippomano ed in seguito vicario generale del vescovo di Brescia Domenico Bollani. Resse la diocesi durante il periodo di assenza del vescovo impegnato nelle sessioni del concilio di Trento. Proprio in ottemperanza alle disposizioni del concilio che vietavano l’accumulo dei benefici ecclesiastici, rinunciò a quello di Ospitaletto nel 1556. Morì il 5 maggio 1572 e fu sepolto nel Duomo Vecchio di Brescia dove una lapide lo ricorda.

Ancora oggi abbiamo testimonianza della sua presenza ad Ospitaletto attraverso due iscrizioni murarie: la prima che funge da architrave al portale sinistro della attuale chiesa parrocchiale e la seconda murata sulla facciata del Credito Bergamasco in piazza Roma.

Nella prima vengono riportati in forma abbreviata i titoli di Paolo Aleni: “Paolo Aleni canonico di Brescia e dottore in tutti e due i diritti” (civile ed ecclesiastico) mentre la seconda, molto probabilmente collocata nel 1677 durante la visita pastorale del vescovo Marino Zorzi, tradotta recita: “Questa chiesa parrocchiale, che è giuspatronato del signor Agostino e dei suoi eredi della famiglia degli Aleni, fu ricostruita, ampliata rispetto alla precedente nell’anno del Signore 1556 e consacrata nel 1564, mentre era parroco il reverendo signore Paolo Aleni, canonico e vicario generale della diocesi di Brescia”.

Gli eredi della famiglia degli Aleni mantennero il giuspatronato fino al 1726.